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Quaresima 2008 - VENERDI 14 MARZO 2008 PDF Print E-mail

QUAR08  VENERDI 14 MARZO 2008

Ricerca dell’essere umano, ricerca di dio

   Lo stupore della resurrezione scaturisce dallo sgomento della morte. Ben lo hanno tramandato alle cronache evangeliche le sorelle di Lazzaro e le lacrime di Gesù, riproposteci giorni fa da Padre GianCarlo. Gesù che due sole volte piange pubblicamente, risponde a questo smarrimento umano e spirituale con l’affermazione dello specifico cristiano: la resurrezione dell’amico.
   Persino l’amore divino fa i conti con il dolore e per ingigantirsi trascolora nella sofferenza. Se nella creazione sentiamo il dono delle cose, nell’estremo destino della croce sentiamo il dono di sé.
   Chi non ha mai conosciuto il buio non sa cos’è la luce. Chi é sempre nel vociare o anche nell’impercettibile ronzio delle nostre apparecchiature elettriche, non sa cos’è il silenzio. Assumiamo allora intrepidamente il disagio dei “manque” come fecondo strumento per acuire l’esperienza  di una maggiore pienezza della realtà. Forse era questa la saggezza, anche laica, delle così dette “privazioni quaresimali” operate dai nostri nonni (come ci ricordava Rosanna) anche quando nel quotidiano ce n’erano già tante per il nostro sguardo di oggi avvezzo ai supermercati grondanti.
   Distratti da tante cose che non guardiamo quasi più con “il terzo occhio”, la quaresima vorrebbe essere il tempo per sentire fame e sete di Dio e magari anche patire del suo silenzio. Solo in forza di un legame forte e intimo con questa realtà che chiamiamo con tanti nomi sempre inadeguati, percepiremo di cuore e di pancia (le bibliche “viscere”) il giubilo di una risurrezione inaspettata e donata.
   Auguro a noi tutti e tutte che il tempo di Quaresima sia  un tempo di avvicinamento alla Verità e ai reconditi  tabernacoli di questo nostro dio misterioso.
   Il digiuno (dalla TV o dal cibo ?), la preghiera (ma é parlare o tacere ?), il decentramento da sè, per una maggiore attenzione ai bisogni degli altri, sono mezzi, i più “consigliati” (e c’è sicuramente una saggezza da approfondire), ma sono solo mezzi attuati nel desiderio di “fare deserto”, cioé di fare spazio alla centralità di Dio. E senza esaurirsi in essi, resta a ognuno di fare quaresima con gesti e dinamiche che faccciano crescere sè e il proprio ambiente in questa direzione.
   Questa iniziativa ce ne ha dato un esempio e un prezioso dono di cui rendere grazie.

Silvana Panciera
Centro Europeo di Gargnano (Brescia)

 
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