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Quaresima 2016 - LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2016 PDF Print E-mail

QUAR16  RICERCA DELL’UOMO, RICERCA DI DIO

XII EDIZIONE

LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2016

 

 

IL DIAVOLO È LA VERITÀ CHE NON È MAI PRESA DAL DUBBIO....È LA PASSIONE INSANA PER LA VERITÀ

 

Jorge: Ma la legge si impone attraverso la paura, il cui nome vero è timor di Dio. ....La incolta dissennatezza di Dolcino e dei suoi pari non porrà mai in crisi l’ordine divino.....ma si consumerà così come si consuma il carnevale, e non importa se durante la festa si sarà prodotta in terra, e per breve tempo, l’epifania del mondo alla rovescia. Al villano che ride, in quel momento, non importa di morire: ma poi, cessata la sua licenza, la liturgia gli impone di nuovo, secondo il disegno divino, la paura della morte. E da questo libro potrebbe nascere la nuova e distruttiva aspirazione a distruggere la morte attraverso l’affrancamento dalla paura. E cosa saremmo, noi creature peccatrici, senza la paura, forse il più provvido, e affettuoso dei doni divini? .... Ma se qualcuno un giorno, portasse l’arte del riso a condizione di arma sottile, se alla retorica della convinzione si sostituisse la retorica dell’irrisione....– oh quel giorno anche tu e tutta la tua sapienza, Guglielmo, ne sareste travolti!»

 

«Perché? Mi batterei, la mia arguzia contro l’arguzia altrui. Sarebbe un mondo migliore di quello in cui il fuoco e il ferro rovente di Bernardo Gui umiliano il fuoco e il ferro rovente di Dolcino.»

 

«Saresti preso ormai tu stesso nella trama del demonio. […]»

 

«Tu sei il diavolo,» disse allora Guglielmo. Jorge parve non capire. Se fosse stato veggente direi che avrebbe fissato il suo interlocutore con sguardo attonito. «Io?» disse. «Sì, ti hanno mentito. Il diavolo non è il principe della materia, il diavolo è l’arroganza dello spirito, la fede senza sorriso, la verità che non viene mai presa dal dubbio. Il diavolo è cupo perché sa dove va, e andando va sempre da dove è venuto. Tu sei il diavolo e come il diavolo vivi nelle tenebre. […]»

Frammenti dal dialogo finale fra Jorge e Guglielmo

 

“Jorge ha compiuto un’opera diabolica perché amava in modo così lubrico la sua verità da osare tutto pur di distruggere la menzogna. Jorge temeva il secondo libro di Aristotele perché esso forse insegnava davvero a deformare il volto di ogni verità, affinché non diventassimo schiavi dei nostri fantasmi. Forse il compito di chi ama gli uomini è di far ridere della verità, fare ridere la verità, perché l’unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità.”

Frammento dal dialogo finale tra Guglielmo e Adso

 

Umberto Eco, Il nome della rosa, Bompiani  (1980)

 

 
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