QUAR10 LUNEDI’ 15 MARZO 2010 TRIFOGLIO RACCONTO EBRAICO Un rabbino chiese ai suoi discepoli come si distingue l’ora in cui la notte finisce e il giorno comincia. Un discepolo rispose: Quando da lontano riusciamo a distinguere un cane da una pecora. No, disse il rabbino. Disse un altro: Quando riusciamo a distinguere una palma da un albero. No, rispose il rabbino. Chiesero in coro i discepoli: Ma quando allora? Il rabbino rispose: Quando si può guardare in volto una persona e riconoscere in essa un fratello o una sorella. Finchè non si riesce a vedere così, è ancora notte nel nostro cuore. LA NOTTE DEL MONDO “La notte del mondo distende le sue tenebre. Ormai l’epoca è caratterizzata dall’assenza di Dio, dalla “mancanza di Dio”… La mancanza di Dio significa che non c’è più nessun Dio che raccolga in sé, visibilmente e chiaramente, gli uomini e le cose, ordinando in questo raccoglimento la storia universale e il soggiorno degli uomini in essa. Ma nella mancanza di Dio si manifesta qualcosa di peggiore ancora. Non solo gli déi e Dio sono fuggiti, ma si è spento lo splendore di Dio nella storia universale. Il tempo della notte del mondo è il tempo della povertà, perché diviene sempre più povero. E già diventato tanto povero da non poter riconoscere la mancanza di Dio come mancanza… Questa incapacità per cui la stessa indigenza della povertà è dimenticata, è la vera e propria povertà del tempo” (M. Heidegger)
PER TUTTI COLORO CHE SI AMANO Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. (W.Shakespeare) Contributi di Angelita Verna, Termoli (CB)
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