Menu Content/Inhalt
Home arrow Attività Culturali arrow Quaresima 2016 arrow Quaresima 2016 - MERCOLEDÌ 23 MARZO 2016

Quaresima 2016 - MERCOLEDÌ 23 MARZO 2016 PDF Print E-mail

QUAR16  RICERCA DELL’UOMO, RICERCA DI DIO

XII EDIZIONE

MERCOLEDÌ 23 MARZO 2016

 

 

MISERICORDIA NON È UN NOBILE SENTIMENTO MA UN CRAMPO AL VENTRE

 

Il contrario dell’amore non è l’odio,  ma l’indifferenza,  per cui l’altro per te non esiste, non conta, non vale, non è niente.

Dobbiamo tornare a innamorarci. Si deve tornare ad amare Dio da innamorati.

La santità non consiste nell’assenza di peccati, in un campo senza più erbacce, ma sta in una passione rinnovata, sta nel rinnovare adesso la mia passione per Cristo e per il Vangelo. Adesso.

L’amore di Dio riaccende i cuori, la passione. La santità non è una passione spenta, ma una passione convertita. Quando l’amore c’è non ti puoi sbagliare, è evidente, solare, indiscutibile.

Dio non cerca nell’uomo la perfezione, ma l’autenticità. Non siamo al mondo per essere immacolati, ma per essere incamminati. Credere è aver bisogno d’amore, fidarsi e fondarsi su questo, come forma di Dio, come forma dell’uomo, come forma del mondo, del futuro, del vivere. È abbandonare la regola ogni volta che la regola si oppone all’amore.  Ogni credente è un credente nell’amore,  cioè un rianimatore di legami, uno che aiuta gli uomini a ritrovare fiducia nell’amore. Noi abbiamo creduto l’Amore.

Credere è avere una storia con Dio. La crisi di fede oggi nel mondo occidentale incomincia perché non si crede all’amore.

Gesù  risorto si interessa delle lacrime della Maddalena. Nell’ultima ora del venerdì, sulla croce, si era occupato del dolore e dell’angoscia di un ladro, nella prima ora della Pasqua si occupa del dolore e dell’amore di Maria. Perché Gesù è l’uomo degli incontri: non cerca mai il peccato di una persona, ma si posa sempre sulla sofferenza e sul bisogno.

In molte scene del Vangelo Gesù vede il dolore umano e prova compassione. Questo vocabolo, nel testo greco si traduce con sentire «un crampo al ventre». La vera compassione dunque non è un pensiero astratto e nobile ma un morso fisico. Quello che induce il buon samaritano a non «passare oltre» come fanno il sacerdote e il levita.  La vera differenza non è tra chi crede o chi dice di non credere. La vera differenza è tra chi si ferma e chi non si ferma davanti alle ferite, tra chi si ferma e chi tira dritto.

Lo sguardo senza cuore rischia di trasformare gli invisibili in colpevoli,  le vittime – i profughi, i migranti, i poveri – in colpevoli e in causa di problemi. La misericordia è un fatto di crampi al ventre e di mani. E Dio perdona così: non con un documento, ma con le mani, un tocco, una carezza.

Excerpta da un intervento quaresimale di Ermes Ronchi, Marzo 2016

 
< Prev   Next >
Scarica con il tasto destro il video Moli-sani
Moli-sani