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Senza vitamina D il cuore si ammala di pił PDF Stampa E-mail

Il sistema cardiovascolare ha un nuovo alleato: la vecchia vitamina D. Ancora non è chiaro come questo gruppo di pro-ormoni  possa essere d’aiuto, ma la sua assenza viene ora legata a una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari.

A sostenerlo è una ricerca americana pubblicata sulla rivista Circulation che ha preso in esame gli “eredi” del celebre studio Framingham (che consideriamo un po’ il fratello maggiore del progetto Moli-sani). Sotto la lente degli scienziati sono finite quasi duemila persone, senza precedenti eventi cardiovascolari. Si tratta della “progenie” degli ormai mitici partecipanti dello studio che prese il via negli anni ’50. I partecipanti, con età media di 59 anni, sono stati seguiti per circa 5 anni: sotto osservazione il livello di vitamina D nel loro siero. È venuto fuori che minore era la concentrazione di vitamina D, maggiore era la possibilità che si sviluppassero eventi cardiovascolari. Non solo. La carenza sembra diventare decisiva in soggetti con ipertensione, che hanno riportato il doppio del rischio cardiovascolare. Ai già comprovati fattori di rischio, come scorretta alimentazione e fumo, si aggiunge quindi un ulteriore elemento che aumenta la possibilità di essere colpiti da patologie come ictus e infarto. Resta quindi prioritario portare avanti indagini più approfondite in questa direzione. Tanto più- sostengono i ricercatori- che incoraggiare l’assunzione di vitamina D è un compito facile e per nulla dispendioso.

Leggi qui l'abstract della ricerca in inglese

 
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