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Quaresima 2016 - MARTEDÌ 23 FEBBRAIO 2016 PDF Print E-mail

QUAR16  RICERCA DELL’UOMO, RICERCA DI DIO

XII EDIZIONE

MARTEDÌ 23 FEBBRAIO 2016

 

LE COSE ATTORNO A NOI SONO MUTE PERCHÉ NOI LE STORDIAMO

CON I NOSTRI RUMORI

 

Ascolto è la parola chiave. Disattenti e distratti, non sempre ce ne rendiamo conto.

Sessantaquattro anni fa David Tudor si sedette al pianoforte, aprì la tastiera e la richiuse dopo 4 minuti e 33 secondi senza aver mai sfiorato con le dita i tasti. Aveva eseguito una composizione di John Cage che tutti si affrettarono a chiamare il silenzio. Ma il compositore americano era di tutt'altro avviso. Non esiste il silenzio, disse, perché durante l'esecuzione si poteva sentire il vento che soffiava all’esterno, il brusio e il respiro degli spettatori, il rumore di chi se ne andava dalla sala…

John Cage è quello stesso che teorizzava che il silenzio non esiste.

Un giorno si fece chiudere in una camera anecoica dell’Università di Harvard. Lì, scientificamente, ci doveva essere assenza assoluta di suoni. Lui invece ne ha sentiti due: i battiti del suo cuore e la circolazione del sangue…

Se ci pensiamo bene, dobbiamo riconoscere che noi spesso coltiviamo un’idea del silenzio banalmente negativa, come un vuoto di suoni, come assenza di decibel, o come uno spazio insostenibile rispetto alle nostre frenesie comunicative.

No, il silenzio non è quello dell’indice davanti al naso. Il silenzio parla, soprattutto fa parlare.

«Il silenzio è necessario per liberarci dalle troppe parole inutili, indebolite, fiaccate, per depurarci dai rumori che si sono abbarbicati come una pianta infestante dentro di noi. Serve per ripulirci. Serve per restituirci. Serve per ritrovarci». (Massimo Orlandi)

«C'è l'assenza del rumore – scriveva Le Chevalier - e c'è il silenzio. Il silenzio è la pace; l'assenza del rumore è un nulla angosciante».

Il silenzio, inoltre, è la condizione per l’ascolto, per ascoltare gli altri e le cose: sì, le cose, perché anche le cose parlano.

Padre Balducci in una delle sue bellissime omelie ebbe a dire: «Se le cose attorno a noi sono mute, è perché noi le stordiamo con i nostri rumori, è perché noi ci accostiamo ad esse con il piglio del dominio: allora le cose si ritraggono, chiudono le ciglia e serrano le labbra, quasi in un istinto di difesa».

E che dite se noi si approfittasse di questo tempo di Quaresima per reimparare questo silenzio di ascolto?

Aldo Antonelli

 
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