SANTI SENZA DIO ? “…Di conseguenza, proseguì Tarrou- penso che ci sono flagelli e vittime, e nient’altro….Bisognerebbe di certo che ci fosse una terza categoria, quella dei veri medici, ma è un fatto che non si trova sovente, dev’essere difficile. Per questo ho deciso di mettermi dalla parte delle vittime, in ogni occasione, per limitare il male. In mezzo a loro, posso almeno cercare come si giunga alla pace”.
...”Insomma – continuò Tarrou con semplicità- quello che mi interessa è sapere come si diventa un santo” “Ma lei non crede in Dio!” esclamò il Dr Rieux “Appunto: se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto che oggi io conosca” …”Forse”, -rispose il dottore. “Ma lei sa , io mi sento più solidale con i vinti che con i santi. Non ho inclinazione, credo, per l’eroismo e la santità. Essere un uomo, questo mi interessa”. “Sì, -disse Tarrou- noi cerchiamo la stessa cosa, ma io sono meno ambizioso”. …Tarrou si scosse. “Sa cosa dovremmo fare per la nostra amicizia?....Un bagno in mare, anche per un futuro santo, è un degno piacere….Beninteso, un uomo deve battersi per le vittime. Ma se ha finito di amare ogni altra cosa, a cosa serve che si batta?”. “Sì –disse Rieux- andiamo”. ... Il Dr Rieux sapeva cosa pensava in quel minuto…e la pensava come lui, che un mondo senza amore era come un mondo morto e che vien sempre un’ora in cui ci si stanca delle prigioni, del lavoro e del coraggio, per domandare il viso d’una creatura e il cuore meravigliato dall’affetto… Albert Camus “La peste” Bompiani, 1963, p. 242-9
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