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n° 2 - QUAR05 giovedì 10 febbraio 2005 PDF Print E-mail

SANTI SENZA DIO ?


“…Di conseguenza, proseguì Tarrou- penso che ci sono flagelli e vittime, e
nient’altro….Bisognerebbe di certo che ci fosse una terza categoria, quella
dei veri medici, ma è un fatto che non si trova sovente, dev’essere
difficile. Per questo ho deciso di mettermi dalla parte delle vittime, in ogni
occasione, per limitare il male. In mezzo a loro, posso almeno cercare come
si giunga alla pace”.

...”Insomma – continuò Tarrou con semplicità- quello che mi interessa è
sapere come si diventa un santo”
“Ma lei non crede in Dio!” esclamò il Dr Rieux
“Appunto: se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto
che oggi io conosca”
…”Forse”, -rispose il dottore. “Ma lei sa , io mi sento più solidale con i vinti
che con i santi. Non ho inclinazione, credo, per l’eroismo e la santità.
Essere un uomo, questo mi interessa”.
“Sì, -disse Tarrou- noi cerchiamo la stessa cosa, ma io sono meno
ambizioso”.

…Tarrou si scosse. “Sa cosa dovremmo fare per la nostra amicizia?....Un
bagno in mare, anche per un futuro santo, è un degno piacere….Beninteso,
un uomo deve battersi per le vittime. Ma se ha finito di amare ogni altra
cosa, a cosa serve che si batta?”.
“Sì –disse Rieux- andiamo”.

... Il Dr Rieux sapeva cosa pensava in quel minuto…e la pensava come lui,
che un mondo senza amore era come un mondo morto e che vien sempre
un’ora in cui ci si stanca delle prigioni, del lavoro e del coraggio, per
domandare il viso d’una creatura e il cuore meravigliato dall’affetto…


Albert Camus
“La peste”
Bompiani, 1963, p. 242-9

 

 

 
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