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Un “terreno comune” per trombosi e tumori? Dalle statine una nuova possibilità PDF Stampa E-mail

Le statine possono avere un ruolo nel prevenire il cancro del polmone? È l’ipotesi che emerge dal lavoro di un team di ricercatori americani del Veterans affair health care system (il sistema di assistenza sanitaria per gli ex soldati).

Le statine sono comunemente conosciute per la loro capacità di abbassare il colesterolo, ma questi farmaci si sono rivelati preziosi anche per altre patologie: ad esempio, sono in grado di sopprimere la crescita di cellule tumorali sia in vitro che nei modelli animali. E anche questa volta non sembrano aver disatteso le aspettative degli studiosi. Analizzando 480mila ex militari, si è visto che circa il 33% (163mila) assumeva statine, ed in queste persone il tumore ai polmoni è risultato più raro rispetto agli altri. “L’uso di statine per più dei sei mesi - hanno fatto sapere i ricercatori, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Chest - è associato a una riduzione del rischio di cancro ai polmoni pari a circa il 55%. Inoltre, l’effetto protettivo di questi farmaci è stato riscontrato in gruppi diversi per età, etnia ed è indipendente dal diabete, fumo o alcol”.
Ma sono gli stessi autori a frenare, mettendo in evidenza alcune lacune presenti nello studio. Ci vorranno insomma altri studi per studiare più a fondo una situazione che, per quanto promettente, deve essere affrontata con cautela. Il punto è che fino a quando non ci saranno ulteriori evidenze scientifiche in questa direzione, “l’uso di statine dovrà essere basato esclusivamente sulle linee guida ufficiali” ammoniscono gli statunitensi. E le linee guida prevedono l’impiego di questi farmaci specificamente nei casi di ipercolesterolemia.
Prudenza a parte, il lavoro scientifico pubblicato su Chest rafforza un’ipotesi che da tempo si fa strada nel panorama della ricerca. Si tratta dell’ormai celebre teoria del “common soil”, ossia dell’idea che malattie cardiovascolari e tumori abbiano molti punti in comune, sia nell’origine che nell’evoluzione delle due  patologie.
“Il comprovato effetto antinfiammatorio delle statine è uno degli elementi che giustificano l’ipotesi del common soil - ha detto Maria Benedetta Donati, coordinatore scientifico dei Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso - Più in generale, si cerca di vedere se farmaci solitamente usati per combattere le malattie cardiovascolari hanno effetti positivi anche per quanto riguarda alcuni tipi di tumori. Ma, oltre alle evidenze farmacologiche, a disposizione della comunità scientifica ci sono anche altre prove di tipo epidemiologico che ruotano attorno ai principi dell’alimentazione e degli stili di vita”.

Leggi qui l'abstract della ricerca in inglese

 
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