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Obesitą, stile di vita batte genetica PDF Print E-mail

 Non ci sono più scuse: si ingrassa per colpa di stili di vita sbagliati, non per una predisposizione genetica. A dirlo sono i ricercatori dello University College di Londra che hanno voluto vedere se i chili di troppo di alcune persone fossero effettivamente imputabili a quella variante del gene FTO che appena qualche hanno fa riuscì a sollevare da ogni responsabilità pigroni e golosi di tutto il mondo.

Chi è portatore di questa mutazione genetica infatti sarebbe indotto a metter su chili anche se, tutto sommato, la vita che conduce non è esattamente fatta di eccessi. Ma i ricercatori britannici devono aver sentito odore di bruciato e hanno quindi messo su una ricerca per scrutare le differenze tra bambini portatori del gene dell’obesità e bambini che invece non avevano questa mutazione. I risultati dello studio condotto su oltre duemila soggetti mostrano chiaramente che seguire un’alimentazione corretta è come fare un’assicurazione per il proprio futuro. Per misurare la dieta dei ragazzi, gli scienziati hanno fatto riferimento alla densità energetica, cioè alla quantità di energia derivante dai cibi che mangiamo ogni giorno. Ovviamente non tutti i cibi hanno la stessa densità energetica: è bassa per gli alimenti ricchi d’acqua, come le verdure e la frutta, al contrario di biscotti e cioccolata. I bambini reclutati nello studio inglese sono stati seguiti per circa tre anni, proprio per vedere come la densità energetica della dieta seguita riuscisse ad influenzare la corporatura nel corso del tempo. Effettivamente i ragazzi che riportavano una maggiore densità energetica nella propria alimentazione erano quelli che poi avevano più massa grassa. Stesso discorso per i portatori del gene dell’obesità. Ma le sorprese sono arrivate quando i ricercatori hanno provato a vedere se i bambini portatori del gene reagissero in maniera diversa ad una dieta ipercalorica: la risposta è stata negativa. Questo vuol dire che la predisposizione genetica non basta a fare di un bambino un adulto obeso. Bisogna metterci del proprio e in questo caso non serve altro che una cattiva alimentazione a tavola e fuori casa. “Questo studio dimostra che nonostante l’assetto genetico eserciti una forte influenza sulla nostra salute, non è l’unico fattore determinante - dice Laura Johnson, principale autore dello studio pubblicato sulla rivista PlosOne-  Alcune persone possono compensare il rischio genetico cambiando il proprio stile di vita, in particolare l’alimentazione”. Insomma, la lotta all’obesità è decisamente a portata di mano, e non scomodiamo la genetica per dire “sono così di costituzione, non posso farci niente”.

Leggi qui l'abstract della ricerca in inglese

 
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