Il “padre” della Dieta mediterranea ospite della IV Conferenza “Giovanni Paolo II” |
Venerdì 19 febbraio lo scienziato americano Jeremiah Stamler sarà Sarà Jeremiah Stamler l’ospite della IV Conferenza “Giovanni Paolo II” organizzata dai Labo-ratori di ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso in programma venerdì 19 febbraio alle ore 11.30 nell’aula Crucitti del Centro di Largo Gemelli. “Avere qui con noi una personalità del calibro di Jeremiah Stamler è un’emozione grandissima- ha dichiarato de Gaetano – Grazie a lui e al gruppo di scienziati americani che per oltre mezzo secolo hanno dedicato gran parte della loro attività di ricerca a studiare i rapporti tra malattie e alimenta-zione, oggi sappiamo che molte patologie non ci piovono addosso per un destino crudele. Con giusti stili di vita e una corretta alimentazione infatti possiamo tenere a bada non solo il nostro rischio car-diovascolare ma anche quello relativo ad alcuni tipi di tumore. E’ quella che si chiama prevenzione, una parola poco conosciuta dal nostro sistema sanitario. Stamler ha dato un contributo fortissimo in questa direzione, puntando i riflettori sulla Dieta mediterranea, rivelatasi poi negli anni un regime alimentare dal potenziale benefico impressionante”. Proprio in occasione del cinquantenario della “scoperta” della Dieta mediterranea, Stamler ri-percorrerà le tappe che hanno portato all’identificazione di questo modello alimentare come scu-do contro le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore, illustrando anche le più recenti li-nee di ricerca sul binomio alimentazione- salute.
Nato a New York City 91 anni fa, Jeremiah Stamler è stato uno dei primi ricercatori a sostenere che l’alimentazione ha un ruolo determinante nella prevenzione o nell’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Dopo una lunga carriera accademica, attualmente è professore emerito della Nor-thwestern University di Chicago, negli Stati Uniti.
La dieta mediterranea è in realtà una scoperta americana. Nonostante per secoli sia stata praticata nei Paesi del bacino mediterraneo, fu un medico dell’esercito statunitense a scoprirne l’enorme po-tenziale benefico. Facendo base a Pollica, nel Cilento, il fisiologo Ancel Keys ebbe modo di os-servare un fenomeno assolutamente anomalo per un americano degli anni ‘40: nelle corsie degli ospedali italiani c’erano molti meno casi di infarto cardiaco rispetto a quelli americani. Un fatto che non è sfuggito al suo acume scientifico e che ha scatenato un’autentica caccia alle cause dello scudo salva-cuore degli italiani. La risposta venne dai mercati e dai banchi del pesce fresco che Keys iniziò a frequentare abitualmente. Nel giro di qualche tempo, arrivò a ipotizzare un ruolo chiave dell’alimentazione nella protezione o nell’insorgenza dalle malattie cardiovascolari. Grazie ai grandi studi epidemiologici che condusse negli anni successivi - come il leggendario Seven Countries Study, che ha letteralmente dato una svolta nel campo della ricerca sulle malattie cardia-che – Keys e il suo gruppo di collaboratori arrivarono ad elaborare quello che noi oggi conosciamo come paradigma mediterraneo. Un’alimentazione ricca di fibre, frutta, verdura, legumi e pesce, ma povera di grassi e meno indulgente con la carne rossa: il segreto mediterraneo sta tutto qui. Nel solco delle ricerche di Keys ha avuto un ruolo di grande rilievo Jeremiah Stamler. |
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