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Il “padre” della Dieta mediterranea ospite della IV Conferenza “Giovanni Paolo II” PDF Print E-mail

Venerdì 19 febbraio lo scienziato americano Jeremiah Stamler sarà
sul prestigioso palco
della Lecture dedicata al Pontefice  polacco.  

Sarà Jeremiah Stamler l’ospite della IV Conferenza “Giovanni Paolo II” organizzata dai Labo-ratori di ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso in programma venerdì 19 febbraio alle ore 11.30 nell’aula Crucitti del Centro di Largo Gemelli.
La quarta edizione della Lecture dedicata al grande Pontefice scomparso nel 2005, è stata presentata alla stampa da Giovanni de Gaetano, direttore dei Laboratori di Ricerca, Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di epidemiologia genetica e ambientale e responsabile del Progetto Moli-sani, e Americo Bonanni, capo dell’Unità di comunicazione scientifica.

“Avere qui con noi una personalità del calibro di Jeremiah Stamler è un’emozione grandissima- ha dichiarato de Gaetano – Grazie a lui e al gruppo di scienziati americani che per oltre mezzo secolo hanno dedicato gran parte della loro attività di ricerca a studiare i rapporti tra malattie e alimenta-zione, oggi sappiamo che molte patologie non ci piovono addosso per un destino crudele. Con giusti stili di vita e una corretta alimentazione infatti possiamo tenere a bada non solo il nostro rischio car-diovascolare ma anche quello relativo ad alcuni tipi di tumore. E’ quella che si chiama prevenzione, una parola poco conosciuta dal nostro sistema sanitario. Stamler ha dato un contributo fortissimo in questa direzione, puntando i riflettori sulla Dieta mediterranea, rivelatasi poi negli anni un regime alimentare dal potenziale benefico impressionante”.

Proprio in occasione del cinquantenario della “scoperta” della Dieta mediterranea, Stamler ri-percorrerà le tappe che hanno portato all’identificazione di questo modello alimentare come scu-do contro le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore, illustrando anche le più recenti li-nee di ricerca sul binomio alimentazione- salute.
L’introduzione della conferenza è affidata a Mario Mancini, Professore dell’Università Federi-co II di Napoli, che ha a lungo lavorato con Stamler e con Ancel Keys, quest’ultimo considerato lo “scopritore” della dieta mediterranea.


CHI È JEREMIAH STAMLER

Nato a New York City 91 anni fa, Jeremiah Stamler è stato uno dei primi ricercatori a sostenere che l’alimentazione ha un ruolo determinante nella prevenzione o nell’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Dopo una lunga carriera accademica, attualmente è professore emerito della Nor-thwestern University di Chicago, negli Stati Uniti.
Laureatosi in medicina, Stamler trascorre i primi anni in laboratorio, dove si dedica allo studio dell’aterosclerosi e dell’ipertensione, poi verso la metà degli anni ’50 scopre la passione per l’epidemiologia. Fondamentale è la sua partecipazione a grandi clinical trial come il Chicago Peo-ples Gas Company o l’Intersalt Study condotto con l’amico epidemiologo Geoffrey Rose.
Dal suo interesse scientifico per gli studi di popolazione sono derivate osservazioni oggi ben conso-lidate, come il fatto che il rischio cardiovascolare sia strettamente connesso ai livelli di colesterolo e ai valori della pressione arteriosa, senza dimenticare le sue straordinarie intuizioni sulla pericolosità del fumo di sigaretta in relazione al rischio cardiaco.
Era inevitabile che Stamler puntasse i riflettori sulla dieta mediterranea, il regime alimentare ca-pace di proteggerci contro le malattie cardiovascolari. La sua lunga collaborazione con Ancel Keys, padre della Mediet,  come la chiamano oltreoceano, e le frequenti visite in Italia (in particolare a Pioppi, nel Cilento, dove ha acquistato una casa) rendono Stamler l’erede più illustre della gloriosa tradizione americana che nel Mediterraneo ha scovato la porta d’accesso alla salute.
L’amico Rose ha detto di lui: “Stamler si è confrontato con il più devastante problema del mondo occidentale, le malattie cardiovascolari. Ha creduto che la dieta potesse avere un ruolo chiave in un tempo in cui quell’idea era ampiamente considerata falsa e i suoi sostenitori un po’ fuori di te-sta. Ora è una verità accettata e il fatto che in molti Paesi il problema sia in diminuzione è merito soprattutto di quest’uomo”. Stamler collabora ancora oggi con il Progetto CUORE dell’Istituto Su-periore di Sanità.


LA DIETA MEDITERRANEA, SCUDO SALVA-CUORE

La dieta mediterranea è in realtà una scoperta americana. Nonostante per secoli sia stata praticata nei Paesi del bacino mediterraneo, fu un medico dell’esercito statunitense a scoprirne l’enorme po-tenziale benefico. Facendo base a Pollica, nel Cilento, il fisiologo Ancel Keys ebbe modo di os-servare un fenomeno assolutamente anomalo per un americano degli anni ‘40: nelle corsie degli ospedali italiani c’erano molti meno casi di infarto cardiaco rispetto a quelli americani. Un fatto che non è sfuggito al suo acume scientifico e che ha scatenato un’autentica caccia alle cause dello scudo salva-cuore degli italiani. La risposta venne dai mercati e dai banchi del pesce fresco che Keys iniziò a frequentare abitualmente. Nel giro di qualche tempo, arrivò a ipotizzare un ruolo chiave dell’alimentazione nella protezione o nell’insorgenza dalle malattie cardiovascolari. Grazie ai grandi studi epidemiologici che condusse negli anni successivi - come il leggendario Seven Countries Study, che ha letteralmente dato una svolta nel campo della ricerca sulle malattie cardia-che – Keys e il suo gruppo di collaboratori arrivarono ad elaborare quello che noi oggi conosciamo come paradigma mediterraneo. Un’alimentazione ricca di fibre, frutta, verdura, legumi e pesce, ma povera di grassi e meno indulgente con la carne rossa: il segreto mediterraneo sta tutto qui. Nel solco delle ricerche di Keys ha avuto un ruolo di grande rilievo Jeremiah Stamler.
Tra i suoi contributi si ricordano le ricerche sul colesterolo, l’ipertensione e il fumo come fattori di rischio cruciali per la salute cardiovascolare, fino alla collaborazione ancora in corso con il Proget-to CUORE dell’Istituto Superiore di Sanità.
Oggi la Dieta mediterranea è a serio rischio. Come dimostrano anche i dati del Progetto “Moli-sani”, le abitudini alimentari degli italiani si stanno muovendo in tutt’altra direzione, prendendo in prestito dagli americani, e dal Nord Europa in generale, quello di cui loro stessi vorrebbero fran-camente sbarazzarsi. Mancanza di tempo e costi alle stelle sono i due imputati principali nel pro-cesso che vede la Mediet - come la chiamano oltreoceano- costretta a difendersi da mode alimenta-ri e comportamentali che stanno portando alle stelle i decessi per malattie cardiovascolari e tumori.

 
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