Menu Content/Inhalt
Home arrow Attivitą Culturali arrow Quaresima 2014 arrow Quaresima 2014 - LUNEDI' 10 MARZO 2014

Quaresima 2014 - LUNEDI' 10 MARZO 2014 PDF Print E-mail

QUAR14 RICERCA DELL’UOMO, RICERCA DI DIO

LUNEDÌ 10 MARZO 2014

SIATE REALISTI, CHIEDETE L’IMPOSSIBILE

E’ accaduto a Bologna. Dopo una lunga malattia, è morto a 59 anni Roberto “Freak” Antoni, storico leader degli Skiantos, un gruppo musicale che viene classificato come “rock demenziale” e che nacque nella turbolenta Bologna del ’77, quella degli “indiani metropolitani” e di un’Italia che poi affogò negli anni di piombo. Freak Antoni, un artista divertente e poliedrico,  era così ironico, dissacrante, cinico, poetico che non è possibile inquadrarlo negli schemi. D’altra parte quella rivolta giovanile dava voce alla delusione delle rivoluzioni mancate, al disgusto per gli apparati e finiva per esprimere sogni e utopie impolitiche, un grido di “felicità subito” che aveva natura inconsapevolmente religiosa.

Tornò in quei giorni un motto del ’68 francese ricavato dal “Caligola” di Albert Camus. Diceva: “Soyez réalistes, demandez l’impossibile”. Siate realisti, chiedete l’impossibile. Era perfetto anche per la Bologna del ’77.  Ma era lo slogan meno politico e più religioso che si potesse coniare. Infatti era stato don Luigi Giussani a riprendere e valorizzare quelle parole di Camus: “Non è realistico che l’uomo viva senza agognare l’impossibile, senza questa apertura all’impossibile, senza nesso con l’oltre: qualsiasi confine raggiunga. Il Caligola di Camus – scrisse Giussani – parla di ‘luna’ o ‘felicità’ o ‘immortalità’. L’insaziabile non può che derivare da un inestinguibile. Un Destino di immortalità si segnala nell’umana esperienza di insaziabilità”.

Margherita, la figlia di “Freak”, con dolcezza e fermezza ha detto alcune cose che hanno fatto sentire a tutti un brivido: “ Vi è mai capitato di sentirvi tristi? Ma  tanto tristi da chiedervi qual è il senso della vita, il perché delle cose. A me a volte capita. A mio padre capitava sempre. Siete tristi perché vi manca qualcosa, non è così? Altrimenti avreste l’animo appagato, soddisfatto. Ma che cosa manca?”.  “Ognuno cerca di colmare il vuoto che sente. Mio padre lo colmava con la droga, con i concerti, con storie d’amore improponibili. Mio padre era uno triste, uno senza speranza, un infelice, un irrequieto”. Margherita ha poi raccontato di aver trovato, nel portafoglio del padre, un biglietto dove aveva annotato questa frase: “perciò io non terrò la bocca chiusa, parlerò nell’angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore”. Era una frase della Bibbia, del libro di Giobbe. Chissà quando e come Freak Antoni l’aveva sentita o letta e se l’era annotata, perché di certo la sentiva sua, perché esprimeva il suo dolore, la sua solitudine, le sue domande e il suo grido.

Ricordando una delle sue memorabili battute (“Dio ci deve delle spiegazioni”) Margherita ha concluso con la speranza che davvero “lassù gliele dia”.

Poi, in tutta semplicità, a quella platea improbabile e sbigottita, ha detto che voleva dire una preghiera per suo padre.  Se questo Paese ha una speranza, bisogna riconoscere che questa speranza ha il volto di Margherita e dei ragazzi e delle ragazze come lei. Che ci sono e sono molti più di quanto si immagini.

Antonio Socci (Da “Libero”, 18 febbraio 2014)

Segnalato da Lodovico Balducci, USA

 
< Prev   Next >
Scarica con il tasto destro il video Moli-sani
Moli-sani