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Quaresima 2010 - VENERDI SANTO 2 APRILE 2010 PDF Print E-mail
QUAR10 VENERDI SANTO 2 APRILE 2010

Il lungo cammino della Quaresima 2010 – QUAR10 - termina oggi.  La partecipazione attiva di amici e colleghi è stata quest’anno molto ricca e stimolante ed ha richiesto un supplemento di giorni. Mi scuso se non sono riuscito ad inserire tutti i contributi ricevuti e ringrazio in particolare chi me li ha fatti pervenire.
Grazie a tutti coloro che hanno seguito questo percorso di riflessione condiviso.

E BUONA PASQUA a tutti!
gdg


PER UN RINNOVATO UMANESIMO CRISTIANO

   L’immaturità è la malattia del nostro tempo e anche del nostro cristianesimo. Al posto di individui maturi s'avanzano strani bambocci. Sono ormai scomparsi gli adulti? Abbiamo sempre più adulti  mai cresciuti, che prendono la vita come un gioco, a volte reso più affascinante dal gusto del proibito.

“ Tutto nel mondo è burla,
L’uom è nato burlone,
la fede in cuor gli ciurla,
gli ciurla la ragione…”
  (G.Verdi, finale dell’opera Falstaff)

L’immaturità degli  adulti: un male cui porre rimedio

   Tutti preoccupati della forma? Senza pensiero, senza la benché minima capacità critica? Tutto per gioco, iniziando dalla televisione e dai suoi programmi, sempre più infantili e beceri.
   Tutti a ripetere gesti, riti, funzioni. Tutti a far le stesse stupide cose. L’inclinazione degli adulti moderni alla infantilità, sembra non avere e non porsi limiti. E  anche nella fede manca sovente la profondità del pensiero, mancano i contenuti, la riflessione seria, la meditazione, la formazione, il dibattito. Né sembra ci siano avvisaglie di voler andare controcorrente. Sembra sia comodo così. Tutti Peter Pan? Ossia tutti con un interiore e palese desiderio di rimanere bambini? Di non crescere, di rimanere nel mondo delle fantasie e dei giochi? Anche i genitori come Peter Pan che giocano ad avere figli, senza la ferma volontà di crescere dinanzi ai nuovi compiti? Peter Pan anche gli educatori? Dove sono le grandi figure di educatori, quei modelli giganti, per personalità e statura intellettuale? Un tempo che produce solo tanti piccoli Peter Pan? Il rischio c’è. Sono pochi oggi gli uomini e le donne capaci di far pensare e di proporre grandi ideali. Abbiamo troppi piccoli uomini, incapaci di proporre  visioni ampie del mondo e della vita. Questa povertà si manifesta nella  piccolezza di spirito, nella mancanza di rispetto verso gli altri e le altrui idee, negli atteggiamenti arroganti dinanzi alle proprie piccole visioni del mondo e della storia. Povertà che si rivela nelle mille forme di stupide gelosie e miserevoli arrivismi. È questo uno dei mali più gravi del nostro tempo. E nella Chiesa, qual è la situazione? La grande stagione del Concilio e dei suoi grandi protagonisti è finita? E con questa stagione sono crollati i  molti ideali?

Il   mondo ha bisogno di uomini adulti

   Ci sono dei compiti in cui l’immaturità delle persone e la loro pochezza culturale, personale e religiosa, producono ritardi e danni incalcolabili. Io credo che ci troviamo in uno di questi periodi storici, cui bisogna trovare rimedi, sia a livello personale che sociale ed ecclesiale. Contro l’infantilismo e la superficialità di chi governa,  contro l’Homo ludens, immaturo, dalle piccole idee e dai minuscoli progetti, si scaglia con severità la Sacra Scrittura:

  “ Guai a te o terra che per re hai un ragazzo” ( Ecclesiaste X,16).

   Uomini che giocano al potere. Contenti solo di comandare, non di servire. Ci sono dei compiti nei quali non si può essere immaturi o piccoli uomini, dalle idee ristrette e dalle vedute corte. Compiti in cui servono uomini e donne, come dice il Concilio, di spiccata  personalità.
   Non servono forme esteriori e vuoti riti di massa o parate gigantesche. La legge della ripetizione costituisce l’anima del gioco infantile…“Ancora una volta…” Nulla rende più felice il bambino. Ed ecco le parole delle canzoni ripetute fino alla noia…fino alla pazzia… E i gesti…senza alcuna fantasia:

 “ Volgiti e guarda cosa il mondo è divenuto
poni mente a che cosa questo tempo ti richiede,
non la profondità, né l’ardimento,
ma la ripetizione di parole,
la mimèsi senza perché né come
dei gesti in cui si sfrena la nostra moltitudine
morsa dalla tarantola della vita, e basta.”  (Mario Luzi )

   Il rito che diventa ossessione  e l’ossessione diventa rito. Siano essi riti religiosi, riti nazionalistici o  riti dello sport di massa. L’esaltazione di ogni  evento, anche il  più effimero. L’immersione in un mondo di prodigi. Le promesse visionarie. Ma anche l’appiattimento dell’intelligenza: il male più evidente, oggi! Di contro, tutto il  messaggio  cristiano è un invito, al contrario,  a divenire uomini e donne maturi nel giudicare.  Uomini e donne di forte personalità, come dice il Concilio. (cfr. Gaudium et Spes  n° 31).  
   Tutto il messaggio cristiano è un invito a  divenire credenti pienamente capaci di ragionare, di pensare, di dibattere, di dialogare, di seguire la via  dell’intelletto, la strada della ricerca, della sfida religiosa.
   Fede e ragione, tema della modernità, torni al culmine del dibattito religioso, che permetta però  di essere anche persone di pensiero, per una progressiva maturità interiore, in un tempo di  spaventosa immaturità. Essere credenti maturi nella profondità del pensiero, della fede critica e nel vissuto della testimonianza quotidiana.  Non un credere infantile e immaturo. Il bambino deve fare il bambino. L’adolescente deve fare l’adolescente. Certe immaturità infantili e adolescenziali sono un bene. Ma l’adulto deve saper fare l’adulto, ed evitare il falso culto della fanciullezza. Culto che è diventato luogo comune. Ma l’uomo deve compiere il cammino che lo porta da  un atteggiamento infantile alla saggezza e maturità dell’adulto. 

“ Fratelli fatevi bambini nella malizia, ma uomini maturi nel giudicare”
( I Lettera ai  Corinti 14,2)

   Questo fraintendimento ci ha resi infantili e ha tolto al credente, pericolosamente, la capacità riflessiva e la volontà di conoscere in profondità il messaggio cristiano così come la forza interiore della conoscenza.  Il richiamo continuo di Gesù all’interiorità, ed il costante apprezzamento di Gesù per l’uomo che sa  rientrare in se stesso per capire e decidere, ha un profondo significato, che dovremmo continuamente riscoprire.

Un medico del Policlinico Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma




UNA POESIA FINALE

Dio degli ultimi

Ti sento e ti respiro
tra le fredde pareti della mia prigione.
Asciughi le mie lacrime
con le ali di un angelo,
e mi acccoglierai tra le tue braccia,
come un Padre amorevole,
nell'ultimo respiro della mia esistenza.
Sei la forza energica
che mi fa andare in alto,
dal fondo della mia disperazione.
Se perdo la fede in Te,
perdo ogni ragione di vita
e non ho più gioia nelle cose.
Ti guardo nel mio prossimo,
negli ultimi, negli emarginati,
e sento di amarti sempre di più
perché ti sei fatto cosi' simile a me
per capire le mie sofferenze
e perdonare le mie debolezze.
Sono fragile lo so
ma il tuo Spirito mi rende forte,
il tuo Spirito mi dà la vita.
E se un giorno saro' tra gli ultimi,
so che non mi abbandonerai come gli altri,
ma mi farai volare sempre più in alto,
dove non ci sono né primi né ultimi,
né poveri, né emarginati,
solo uomini amati dal Dio degli ultimi.

Aurea Fenice

Università di Nantes, Francia

 
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