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Quaresima 2011 - VENERDI’ 25 MARZO 2011. FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE PDF Print E-mail

QUAR11- VENERDI’ 25 MARZO 2011. FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE

E MILLE PENSIERI SENZA PAROLE SI DESTANO IN LEI…

“Bariona” è un originalissimo testo teatrale sul mistero del Natale scritto da Jean Paul Sartre nel dicembre del 1940 per i suoi compagni di prigionia nel campo di Treviri, in Germania. Riproduciamo qui il prologo del dramma.

Miei buoni signori, ecco il prologo. Sono cieco, per caso, ma prima di perdere la vista, ho guardato più di mille volte le immagini che state per vedere e le conosco a memoria poiché mio padre era presentatore di immagini come me e mi ha lasciato queste in eredità . Quella che vedete dietro di me, e che vi mostro col bastone, so che rappresenta Maria di Nazareth. Un angelo viene ad annunciarle che avrà  un figlio e che questo figlio sarà  Gesù, Nostro Signore.

L’angelo è immenso con delle ali come due arcobaleni. Voi potete vederlo, io, io non lo vedo più, ma lo rimiro ancora nella mia testa. E' disceso come un’inondazione nell’umile casa di Maria e la riempie ora del suo corpo fluido e sacro e del suo grande abito svolazzante. Se guardate attentamente il quadro, notate che si vedono i mobili della stanza attraverso il corpo dell’angelo. Si è voluto rivelare così la sua angelica trasparenza. Si erge davanti a Maria e Maria lo guarda appena. Ella riflette. Egli non ha avuto bisogno di scatenare la sua voce simile all’uragano. Egli non ha parlato perchè Maria ha compreso il suo messaggio senza parole; lo presentiva già  nella sua carne.

Ora l’angelo sta davanti a Maria e Maria è multiforme e tenebrosa come una foresta di notte e la buona novella si è perduta in lei come un viaggiatore si smarrisce nei boschi. E Maria è piena di uccelli e del lungo stormire delle fronde. E mille pensieri senza parole si destano in lei, pensieri pesanti di madri che sentono il dolore. E vedete, l’angelo ha l’aria interdetta davanti a questi pensieri troppo umani: si rammarica di essere angelo perchè gli angeli non possono nascere, né soffrire. E questo mattino dell’Annunciazione, davanti agli occhi sorpresi di un angelo, è la festa degli uomini poiché ora spetta all’uomo di essere consacrato. Guardate bene l’immagine miei buoni signori, e avanti con la musica, il prologo è terminato; la storia incomincerà  nove mesi più tardi, il 24 dicembre, nelle alte montagne della Giudea.

 

Jean -Paul Sartre, Bariona o il figlio del tuono, Christian Marinotti Edizioni, Milano, 2010, pagg. 3-4

 
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