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Quaresima 2014 - VENERDI' 7 MARZO 2014 PDF Print E-mail

QUAR14 RICERCA DELL’UOMO, RICERCA DI DIO

 VENERDÌ 7 MARZO 2014

RAPPORTO CON DIO E RAPPORTO CON L’UOMO

 

I Domenica di Quaresima (Mt 4,1-11)

 In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede”. Gesù gli rispose: “Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo”. Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai”. Ma Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”. Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano”.

In questo vangelo troviamo il prolungamento ideale della riflessione del vangelo del Mercoledì delle Ceneri che mette davanti al cristiano il triplice impegno dell’elemosina, della preghiera e del digiuno; anzi, i due vangeli sono speculari. Il digiuno riguarda la fame, la preghiera riguarda il giusto rapporto con Dio che non deve essere piegato ai nostri scopi propagandistici o esibizionistici bensì va ascoltato per essere servito. L’elemosina riguarda il giusto rapporto con gli altri che non vanno dominati ma serviti. Tutte e tre gli elementi stanno o cadono insieme e il punto di raccordo è costituito proprio dal rapporto che abbiamo con Dio: se Lui è il centro della nostra azione, riusciamo ad avere il giusto rapporto con noi stessi e con gli altri.

Quando si dice che oggi Dio non è più presente nelle scelte umane, non significa che mancano i luoghi di culto oppure che non si ha un atteggiamento deferente verso le sacre gerarchie. L’assenza di Dio si vede bensì dal modo in cui viene trattato l’uomo in tutte le sue componenti e da come agisce chi ha più potere e risorse.

Il rapporto con Dio non deve essere visto come un modo mascherato per consacrare l’egoismo umano, attraverso l’imposizione di ideologie e regole, ma piuttosto deve diventare il criterio per fuggire sempre di più il naturale egoismo narcisista di ciascuno per aprirsi all’incontro e all’accoglienza dell’altro. Per questo non è indifferente il tipo di relazione che si ha con Dio; proprio Gesù nella preghiera del Padre nostro, centro del suo insegnamento sull’identità del discepolo, indica chi è il Dio a cui ci si deve rivolgere e quale deve essere il proprio stile, basato sulla condivisione  del pane e sulla capacità di perdono.

 

Michele Tartaglia

Parroco della Cattedrale di Campobasso

 

 
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