L’ informazione derivante dai principali studi epidemiologici sull’aterogenesi riconosce come principale fattore di rischio un aumentato livello plasmatico di LDL. A livello cellulare, le fasi iniziali della malattia sembrano essere caratterizzate da una “response to injury” con attivazione di una risposta infiammatoria. L’agente “irritante”, e possibilmente lesivo, è stato ragionevolmente riconosciuto in una LDL modificata. La più rilevante sfida culturale ed applicativa è oggi quindi quella relativa alla identificazione della modifica chiave nelle LDL, che porta alla reazione cellulare. Per un ventennio, questa modificazione è stata ricercata, con qualche successo, nella alterazione ossidativa della componente lipidica.
La nostra proposta di “modificazione” delle LDL è nata dallo studio di una loro sottofrazione presente nel plasma, detta LDL- a causa della aumentata carica negativa superficiale e che è stata vista mimare le fasi cellulari iniziali della risposta infiammatoria dell’ aterogenesi. La formazione di LDL- porta poi sia alla aggregazione di queste con le LDL, che alla formazione di fibrille. A supporto della proposta sono disponibili numerose evidenze che saranno discusse durante il Seminario. Tra i meccanismi di formazione di LDL-, uno assume interessanti aspetti nutrizionali. La assunzione di lipidi ossidati, o che si ossidano durante le digestione gastrica, produce derivati elettrofili che possono perturbare la stabilità della superficie delle LDL inducendo il misfolding. Se il pasto contiene polifenoli riducenti (frutta verdura e, principalmente, vino) la produzione di LDL- è prevenuta. Elementi di salubrità della dieta quindi avrebbero un nuovo meccanismo molecolare a sostegno del loro effetto.