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Quaresima 2010 - LUNEDI 22 MARZO 2010 PDF Print E-mail

QUAR10 LUNEDI 22 MARZO 2010

Pietre o fiori?

   Tante volte mi trovo a dover scegliere tra due atteggiamenti, opposti, conflittuali nel mio cuore  di credente. E penso sia per tutti noi doloroso il dilemma davanti ad un’offesa: taccio o reagisco? Mi vendico o perdono? sono complice oppure intervengo per porre fine ad una violazione della legge?
   Sono le grandi domande che stanno sullo sfondo di questo bellissimo vangelo quaresimale (Giovanni 8,1-11).
   La scena è ben nota. All’improvviso, portano davanti a Gesù una povera donna, che era stata sopresa in flagrante adulterio. Secondo la legge di allora, molto severa con le donne (e non purtroppo con i maschi!) meritava la morte, tramite l’orribile gesto della lapidazione. Ognuno gettava con forza un sasso contro di lei. Così si credeva di allontanare la forza del male, di non farsi complici del peccato. Ognuno si sentiva così perfetto, sicuro, garantito. La colpa era sempre degli altri. Non mia.
   Gesù si trova in evidente imbarazzo. Perché il tranello era stato ben congegnato. Cercavano una provocazione, per avere di che accusarlo!
   Non era la donna che interessava agli scribi e farisei. Ma il poter accusare Gesù.
   Tutto ben strumentalizzato, come oggi in certi eventi mediatici, dove ad es. le accuse ad un prete pedofilo sono in fondo ricerca di accuse contro il Vescovo o contro il Papa!
   Perché quando il cuore è accusatorio, tutto si utilizza pur di arrivare allo scopo di umiliare l’avversario o tentare di chiudere la bocca ad una voce profetica!
   L’imbarazzo di Gesù è ben noto: se avesse detto che bisognava tirare le pietre, tutti avrebbero concluso che anche Gesù accusa ed uccide. Come tutti. E le sue tante parole di misericordia sarebbero cadute nel nulla!
   Se all’opposto, avesse detto che non bisognava ucciderla, sarebbe stato accusato di anarchia e di ribellione alla legge. Nulla di più pericoloso per lui.
   Pensoso si china e scrive per terra! Si fa, così, vicino a quella povera donna. Scende anche lui nella polvere dell’umiliazione.
   Ma è proprio da quella prospettiva di umiliazione, che di scatto lancia una frase che ha cambiato la storia: Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei!
   Uno ad uno, i sassi cadono per terra. E sono gli anziani, più carichi di colpe, che incominciano. Tutti se ne vanno, perché consapevoli di non poter lanciare una pietra contro di lei, quando anche il loro cuore è appesantito da colpe gravi. Non è né buonismo né giustizialismo. Ma consapevolezza di aver avuto gratuitamente un perdono che apre le nostre mani per far cadere le pietre. Ma prima sono i nostri occhi che si aprono, per dire grazie a chi ci ha perdonati. E con le mani e gli occhi, è il nostro cuore che si apre ad uno stile di misericordia. Certo che i difetti e i limiti degli altri li vediamo. Forse più dei nostri, come narrano antiche favole di Fedro.
   Ma tutto dipende da che cuore hai: se non hai capito quanto Dio ti abbia amato e perdonato, allora sarai sempre duro, inflessibile, spietato, pessimista. Se invece cogli l’amore di Dio come Padre, ecco che il tuo cuore sa sorridere anche davanti alle tristezze altrui. Comprendi. Capisci, vai oltre il fatto. Ed impari a perdonare. Perché vedi che Dio fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e la pioggia non cade solo nel campo di chi va in chiesa. Ma su tutti. Con un augurio: se apri la tua mano e fai cadere le pietre per terra, allora potrai accogliere con mani riconciliate il rametto di ulivo, domenica prossima. Per donarlo a chi ti ha offeso, su strade di pace e di misericordia. Con un bellissimo sorriso sul volto.
   E tornerà a fiorire la primavera!

GianCarlo Brigantini, Arcivescovo di Campobasso- Bojano

 

La legge di Dio è una persona che si incontra, non un precetto che si osserva

   Il  dito di Dio scrive non più sulla pietra ma nella polvere. Chiunque vi camminerà sopra, tra un attimo, scompaginerà quello che è scritto perché domani sia scritto ancora. Quale segreto in questo chinarsi di Gesù per scrivere a terra! La legge di Dio è Gesù.
La legge di Dio è una persona che si incontra, non un precetto che si osserva. 
E quelle mani che scrivono a terra sono le mani di chi conosce il tuo cuore e non si preoccupa di pietrificare i suoi echi innamorati perché sa che tu lo tradisci. Sta lì con te per donarti ancora la vita mentre tu aspetti la morte. Sta lì e ti lascia libero nell’essere “peccatore” per non crearti l’imbarazzo della consapevolezza. Sta lì perché ti ama e il suo amore è messo ai tuoi piedi, è scritto su quella polvere sulla quale metterai i tuoi passi. Nella polvere del domani è impresso tutto ciò che Lui vuole dirti.
   Nei tuoi giorni non pensare a un Cristo che ti controlla e ti soppesa in ogni tuo respiro. Pensa piuttosto a un Cristo che si china per lasciarti vivere e che si siede per donarti parole di speranza. D’ora in poi non peccare più…Puoi contare giorni senza peccato? Sicuramente no. Puoi contare giorni di fedeltà nella debolezza di un sì che non presume infallibilità. Sa che è nato dalla polvere e alla polvere ritorna. Ma stare nella polvere è la sua più grande gioia perché il dito di Dio è là. Non gonfiarti di vana giustizia tu che cammini con in tasca le pietre ed entri nelle intimità altrui per tirar fuori peccatori da accusare. Gesù è ai tuoi occhi un’adultera, perché cerchi motivi di accusa per farlo fuori.
   Di’  la verità a te stesso: Gesù ti urta, perché ti chiede di lasciar cadere le pietre e di andartene per la tua strada, permettendo agli altri di vivere ciò che sono. Gesù ti scomoda, perché bussa al tuo cuore e ti chiede di andare con lui nella polvere dell’oblio umano che scrive nell’oggi l’amore eterno e fa di te una parola viva del domani di ognuno, una parola scritta nel cuore, lì dove le pietre sono state ridotte in polvere.   

 sr teresa della croce, monaca  carmelitana, faifoli (campobasso)

 
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