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Quando le pubblicità anti-fumo fanno più male che bene PDF Stampa E-mail

Non solo le pubblicità anti-fumo non hanno alcun effetto sui giovani, ma al contrario possono incoraggiarli a iniziare. E' il caso di quelle sponsorizzate dalle stesse industrie del tabacco.

È quanto sostiene uno studio condotto da ricercatori della Oregon State University e pubblicato sull’American Journal of Public Health. Che poi sposta la lente anche sulla pubblicità diretta agli adulti ma che di fatto spesso si rivela dannosa per gli stessi ragazzi - dicono i ricercatori - aumentando anche in questo caso la tentazione verso la sigaretta.
“Abbiamo iniziato a nutrire sospetti quando abbiamo visto il tipo di pubblicità creato dalle compagnie di tabacco - ha detto Brian Flay, del Dipartimento di salute pubblica alla Oregon University - Il loro obiettivo è quello di accaparrarsi clienti e non quello di spingerli a smettere”. Un duro atto di accusa, ma Flay sembra non avere alcun dubbio: i numeri del suo studio, il primo ad analizzare come i giovani vengano influenzati dalle pubblicità dei grandi imperi del tabacco e dirette agli adulti, parlano di circa 100mila studenti. I ricercatori ne hanno accuratamente studiato atteggiamenti, credenze connesse al fumo e intenzioni future. Questi dati sono stati poi messi in relazione con i risultati di un altro studio, il Nielsen Media Research che si è occupato di valutare gli effetti dell’esposizione dei più giovani alle reclame anti-fumo diffuse nei 75 più grandi media markets degli Stati Uniti dal 1999 al 2002.
E i risultati- stando a quanto riferiscono i ricercatori- sono davvero impressionanti. Pensare che ogni singola pubblicità indirizzata alla prevenzione è risultata invece capace di aumentare del 3 percento le intenzioni future dei ragazzi di iniziare a fumare. Ma non solo. Per gli studenti più grandi il rischio di finire nella lista di fumatori è stato stimato addirittura del 12 percento: tutto questo solo perché guardavano una reclame probabilmente costruita su falsi presupposti.
Ma se le grandi compagnie perseguono il loro scopo di lucro, non resta altro che affidarsi “al buon senso dei genitori che- conclude Flay- dovrebbero continuamente rinforzare il messaggio contro il fumo, soprattutto in giovane età”.

Leggi qui l'abstract della ricerca in inglese

Vai al sito dell'Oregon State University

 
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