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Quaresima 2008 - VENERDI 7 MARZO 2008 PDF Print E-mail

QUAR08 VENERDI 7 MARZO 2008

Abbiamo chiesto ad un Pastore protestante una riflessione sulla Quaresima
 
     La riforma a Zurigo è cominciata mangiando una salsiccia nel primo giorno della quaresima. Il "fattaccio" avvenne nella casa di un tipografo che sosteneva di aver bisogno di energie fresche per poter stampare la traduzione del Nuovo Testamento in dialetto svizzero-tedesco. Siamo nel 1519 e questo episodio è uno dei segni esteriori della rivoluzione religiosa che stava avvenendo anche in Svizzera, innescata un paio d'anni prima dagli scritti di Martin Lutero. Ritenendo il digiuno biblicamente infondato, il consiglio cittadino, promotore della riforma in città, lo elimina dal novero delle pratiche devozionali del cristiano. Ancora oggi, nei cantoni protestanti il carnevale inizia il giorno in cui i cantoni cattolici cominciano la quaresima: lo spirito polemico, ormai in questo caso divenuto tradizione, non si spegne!
 
     In un contesto, quello italiano, in cui i protestanti sono un'esigua minoranza, capita sovente di sentirsi chiedere: ma voi protestanti non celebrate la quaresima? Questa domanda appare interessante soprattutto oggi che la minoranza ortodossa in Italia, grazie all'immigrazione, ha acquistato una visibilità prima sconosciuta, riproponendo una forma di cristianesimo in cui il digiuno quaresimale non solo è vivissimo, ma anche molto più complesso e dettagliato della tradizione cattolica. Tra i cristiani, dunque, sono solo i protestanti a non celebrare la quaresima? La domanda non è solo una curiosità sulle abitudini degli altri: può essere anche un modo per riaprire  una discussione e vedere se il discorso vale la pena di essere ripensato. Le chiese hanno bisogno di queste piccole "sfide", di tanto in tanto!
 
     In effetti, la risposta alla domanda è sì, i protestanti italiani non celebrano il digiuno quaresimale, e le ragioni sono le stesse di cinquecento anni fa: le pratiche rituali come questa rischiano- naturalmente dal nostro punto di vista - sia di distogliere l'attenzione dall'annuncio della Parola, sia di reintrodurre l'idea che le "opere devozionali" possano sostituire la vocazione ad una vita radicalmente vissuta nella coerenza con l'evangelo.
 
     Se osserviamo la questione lasciando da parte l'antica polemica teologica, però, anche per le chiese protestanti italiane il tempo della quaresima potrebbe assumere un senso in ottica ecumenica. Certo, è impensabile per un protestante l'andare a ripescare il digiuno quaresimale (sarebbe una pratica semplicemente estranea alla sua spiritualità); si potrebbe pensare la questione, però, da un altro punto di vista. A differenza del Natale, infatti, la Pasqua non ha un vero periodo di preparazione, qualche cosa di simile all'Avvento, e nelle nostre chiese la domenica delle Palme annuncia improvvisamente la Settimana Santa e, dunque, la necessità di risvegliarsi dal torpore…. La quaresima, allora, potrebbe essere riscoperta come un tempo di preparazione alla Pasqua, un tempo che per noi rimarrebbe comunque legato alla sola Parola e non a pratiche particolari come il digiuno. E questo potrebbe assumere anche una più ampia dimensione ecumenica. Dobbiamo ricordare che il calendario liturgico esiste anche nel protestantesimo mondiale, sebbene ad esso in Italia si dia poco valore. La riflessione ecumenica (in senso sia geografico sia confessionale) ci spinge a riconsiderare il valore di ciascun tempo dell'anno: il che non sarebbe una riscoperta da poco e sarebbe un passetto in più nella direzione del riavvicinamento tra le chiese cristiane. E, di questi tempi, anche un passetto sarebbe un buon risultato!
 
Eric Noffke, Pastore Comunità Chiesa Metodista - ROMA.

 
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