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Quaresima 2014 - MARTEDI' 15 APRILE 2014 PDF Print E-mail

QUAR14 RICERCA DELL’UOMO RICERCA DI DIO

 MARTEDÌ 15 APRILE 2014

L’ULTIMA PAROLA A FRANCESCO

Mi sono sinora limitato a leggere quanto, Voi amici della Quaresima, avete proposto nelle scorse settimane; di ciò non posso che essere grato a tutti per avermi costretto a riflettere su cosa sia questa benedetta quaresima che inizia con ..convertiti e credi al Vangelo!

Molte le sollecitazioni, non tutte convincenti, ma sicuramente intriganti….sarà proprio il Budda la metafora della Quaresima?  Ci penso un po’, ma poi torno alla casa del Padre e mi affido al messaggio di Francesco (strano sia stato così poco commentato, a differenza di quando parla di temi più popolari….tutto si supera con la misericordia di Dio…ma la Quaresima è cambiare prima…appunto con la conversione del cuore…del nostro cuore!).

Ebbene Francesco si sofferma a lungo sulla distinzione fra povertà e miseria, questa non solo materiale, ma anche morale e spirituale che ci invita a combattere spogliandoci dei nostri beni, fra cui la consapevolezza di noi stessi per farci poveri nell’umiltà (cioè staccandoci da quanto possediamo, non soltanto materiale) per essere una testimonianza vissuta del Vangelo.

Ora sì capisco il perché della triade quaresimale: preghiera, digiuno e carità; digiuno e carità (elemosina) sono tuttavia utili nella misura in cui significano rinuncia dolorosa a ciò che si possiede, non tanto e soltanto l’avere rinunciato a tutto e per sempre. Nella storia del cristianesimo abbiamo avuto i Padri del deserto senza più nulla, ma anche i monaci benedettini che hanno insegnato a produrre ricchezza… anche e soprattutto ai poveri (Ora et labora); cosa sia preferibile non credo sia questione essenziale. D’altra parte Gesù non ha chiesto a Zaccheo di farsi povero privandosi in toto della ricchezza disonesta e… Francesco ha forse abolito il famigerato IOR? Certo che no, ma lo vuole al servizio dei poveri e non già di privilegi e potere… se la promozione umana dei poveri è un bene assoluto come sta scritto nel documento conciliare Gaudium et spes, come si può pensare di ottenerla con il pauperismo?

Credo (e spero) sia questo il senso di Chiesa povera per i poveri: cioè quella che sa mettere i propri beni (materiali, morali e spirituali) al servizio della lotta alle relative miserie, non già per farsene vanto autoreferenziale o comunque strumento di potere. Quanto bisogno c’è, in tutti noi e non solo nelle istituzioni civili e religiose, di …convertiti e credi al Vangelo…!

 

A TUTTI UNA BUONA PASQUA DI RESURREZIONE IN CRISTO!

 

Giuseppe Bertoni, Facoltà di Agraria, Università Cattolica, Piacenza.

 

 
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