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Quaresima 2008 - MARTEDI 18 MARZO 2008 PDF Print E-mail

QUAR08 MARTEDI 18 MARZO 2008

Le due mani

  E’ noto che le statue e i dipinti parlano con le mani. Sono esse a darci il dialogo tra i vari personaggi, gli intrecci dei loro cuori, che, riflesse sul volto, esprimono quella ricerca del bello, del vero e del giusto che da sempre caratterizza l’arte, come la massima forma di incontro con Dio e con i fratelli.
  Ed in questa settimana, il mio cuore, come il vostro, credo, va alla parete famosissima del refettorio del convento di santa Maria delle Grazie, a Milano, per risentire nel cuore quel dialogo, invisibile ma intensissimo, che si legge nella Cena di Leonardo.
  Gesù ha appena espresso ai suoi discepoli attoniti la sua dolorosissima spina: “Uno di voi mi tradirà...!”. E tra i dodici nasce un mormorio sottile, di ricerca inquietante: “Chi sarà? Chi potrà avere questo cuore così iniquo da tradire il Maestro?”
  A gruppetti di tre, nella suddivisione dei quadri, si coglie il dialogo, che diventa anche il nostro, nel mentre contempliamo l’opera: Chi di noi tradirà il Signore?.
  E sullo sfondo, immobile nella sua  infinita divina tristezza, ecco Gesù, solo, con quel volto che parla tutto d’amore, di fronte all’invidia, alla gelosia e alla ricerca di potere di tutti noi.
  E’ il mistero di questa settimana santa. E’ l’eterna domanda di ogni cuore. L’ultima spiaggia dell’amore.
  Ma c’è un altro luogo d’arte che ci parla di ricerca in questa settimana. Sono i sette gruppi scultorei della Via Matris di Castelpetroso, nati attorno ai sette dolori di Maria, che l’artista, con figure così ben modellate, esprime tramite il gioco del bronzo e del rame, con quelle indicibili sfumature azzurrastre che assumono questi materiali lungo gli anni. I giochi di luce completano il dialogo che le statue operano attorno al mistero del dolore. In un intreccio di mani che danzano, per creare domande e relazioni che si intessono di solidarietà, vicinanza, condivisione, stupore.
  La vallata, sottostante, con le cime bianche di neve delle Mainarde sullo sfondo, creano un paesaggio di rara bellezza ed intensa condivisione. Si percepisce che quel dolore, di Maria, diviene il dolore di ogni madre, quando i figli scelgono strade diverse, quando incontrano persecuzione, quando vengono uccisi o feriti dalla vita.
  Sono le mani delle statue ad esprimere quella ricerca di condivisione e di speranza. Perché il dolore non resti isolato o delegato. Come spesso avviene nelle nostre case. Basti pensare al dramma delle badanti. O a certi nodi irrisolti del carcere. O alla depressione per il disagio mentale, che si sta diffondendo nel cuore dei nostri giovani. Con una solitudine che spezza quelle mani e le fa ritrarre, come gli occhietti delle lumache quando le tocchi per gioco.
  “Teco vorrei... “, è il celebre canto di questo periodo, che accompagnerà il coro maestoso del Venerdì santo, lungo la strade della nostra città di Campobasso.
  Che sia sempre così. Un intenso soffrire insieme. Un cercare condivise domande di fronte al mistero della vita. Per non restare mai soli e per non lasciare mai nessuno solo.
  E allora, proprio quelle mani, in stupefacente esultanza, si leveranno al cielo, per gioire nell’esplosione della vita del giorno di Pasqua. Più si saranno aperte nell’incontrare il dolore, più saranno protese nell’esultanza della Vita.

Buona ricerca e buona Settimana santa.

+ p. GianCarlo

 
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