NON POSSIAMO SAPERLO Non possiamo saperlo. Nessuno l'ha detto. Forse là non c'è altro che una rete sfondata, Quattro sedie spagliate, e una vecchia ciabatta Rosicchiata dai topi. C'è caso che Dio sia un topo E scappi a nascondersi appena arriviamo. E c'è caso che invece sia la vecchia ciabatta Rosicchiata e consunta. Non possiamo sapere. Forse Dio ha paura di noi e scapperà, e a lungo Noi dovremo chiamarlo e chiamarlo coi nomi più dolci Per indurlo a tornare. Da un punto lontano Della stanza lui ci fisserà immobile. Forse Dio è piccolo come un granello di polvere, E potremo vederlo soltanto col microscopio, Minuscola ombra azzurra sul vetrino, minuscola Ala nera perduta nella notte del microscopio, E noi là in piedi, muti, sospesi a guardare. ...................... Non possiamo sapere come è Dio. E di tutte le cose Che vorremmo sapere, è la sola veramente essenziale. ........................ Non possiamo sapere. Nessuno lo sa. C'è anche caso che Dio abbia fame e ci tocchi sfamarlo. Forse muore di fame, e ha freddo, e trema di febbre, Sotto una coperta sudicia, piena di cimici, E dovremo correre in cerca di latte e di legna, E telefonare a un medico, e chissà se subito Troveremo un telefono, e il gettone, e il numero, Nella notte affollata, chissà se avremo abbastanza denaro... Natalia Ginzburg
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