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Quaresima 2011 - MARTEDI’ 22 MARZO 2011 PDF Print E-mail

QUAR11 – MARTEDI’ 22 MARZO 2011

A PROPOSITO DI GRAMSCI: NON CEDERE COL TEMPO ALLA SEDUZIONE DELL’INDIFFERENZA

Perché con il tempo, il rischio di indifferenza è pericolosamente in agguato.
L’abitudine prende il posto della meraviglia, e la ricerca di senso lascia spazio alla convinzione scettica di non potere o riuscire mai a trovarlo.
Con il tempo, le passioni diventano passatempi appassiti e l’amore scolorisce nell’affetto, mentre l’amicizia si consuma in chiacchierate attorno a se stessi.
Con il tempo alcuni uomini diventano indifferenti, altri resistono alla tentazione di diventarlo. O almeno ci provano.

Miracolo italiano. Gramsci che trova posto sul frivolo palcoscenico sanremese. Nessuna meraviglia,  l’Italia è il Paese che vive di contraddizioni, nella contraddizione e per la contraddizione.

E’vero, l’indifferenza è un crimine. Ma finché riusciremo a respingere la tentazione di far rientrare l’indifferenza nella normalità, di accettarla come male necessario e inevitabile, potremo davvero considerarci partigiani della vita.

Al nostro Paese che ha da poco celebrato i suoi primi 150 anni di unità, un augurio forte: quello di non cedere col tempo alla seduzione dell’indifferenza.

Perché possiamo (e dobbiamo) davvero immaginare un mondo diverso.
Un mondo in cui non siano il Pil, il Mibtel o i loro derivati a stabilire se una famiglia ha il diritto di arrivare alla fine del mese senza dover aggiungere un buco alla cintura.
Che non siano gli indici della Borsa a decidere della vita di un giovane che alla soglia dei trent’anni si sente anche dare del “bamboccione” perché vive ancora con mamma e papà.
Il Pil italiano cresce a rilento. Ma la vita no. Quella va veloce e non ci sono indici finanziari che la possano fermare. A un tratto hai quarant’anni, il Pil è cresciuto, ma non come avevano previsto gli indovini smentiti dell’economia mondiale. Quando il Pil si deciderà a crescere come si deve, per molti sarà ormai troppo tardi.

Possiamo e dobbiamo immaginare un mondo diverso. Un mondo dove la sola domanda non sia “quanto costa”  ma ci si chieda anche sempre “quanto vale”.

E’ il dovere primario di chi non sopporta l’indifferenza.


Marialaura Bonaccio
Laboratori di Ricerca, Università Cattolica, Campobasso

 
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