Quaresima 2014 - GIOVEDI' 17 APRILE 2014 |
QUAR14 RICERCA DELL’UOMO RICERCA DI DIO GIOVEDÌ 17 APRILE 2014 D’UN PIANTO SOLO MIO NON PIANGO PIÙ Giovedì santo, come ogni anno la nostra avventura si ferma qui. Ora la scena si prepara ad accogliere l’epilogo di questi quaranta giorni, la passione e la resurrezione. Misteri a diverso grado di intensità e diversamente comprensibili all’uomo. Che forse, più che la resurrezione, è in grado di capire la passione. Specie in questo momento, dove molti perdono la speranza e quelli che la conservano lo fanno senza troppa convinzione. In realtà l’anima di questa QUAR14 è stata, non senza sorpresa, piena di fiducia e di positività.
Così come abbiamo iniziato, intendiamo terminare. E il nostro pensiero non può che andare al nostro amico Roberto Lorenzet e con le sue parole facciamo calare il sipario sull’edizione 2014 della nostra quaresima. Come per Ungaretti la condivisione del pianto solleva dalla miseria della condizione umana, per noi condividere il pensiero è sempre stato alla base del lungo cammino quaresimale. Che abbiamo pianto o meno, riso o sperato, non l’abbiamo fatto da soli. È questo il senso delle nostre Quaresime. Pensare, scrivere e vivere come più riteniamo giusto, purché lo si faccia insieme.
Buona Pasqua e che la riflessione ci accompagni sempre. Grazie a tutti voi Giovanni de Gaetano e Marialaura Bonaccio
La terza canzone di De Andrè che propongo è “Smisurata preghiera”. Compare come ultimo pezzo dell’ultimo album di Faber (Anime salve). E’ quindi l’ultima canzone incisa dal nostro, anche se non sappiamo se ne avesse altre in cantiere. Ergo: è da considerarsi una sorta di testamento spirituale. In effetti è l'epitome dell'intero disco e forse della sua intera produzione. Credo si inserisca egregiamente nel tema ricerca dell’uomo e ricerca di dio in quanto esprime il desiderio di un riscatto smisurato da parte degli emarginati, di chi ha scelto la libertà e quindi la solitudine (“per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione”). Riscatto espresso come invocazione al divino per la loro salvezza (“dopo tanto sbandare è appena giusto che Fortuna li aiuti come una svista, come un'anomalia, come una distrazione, come un dovere”). Roberto Lorenzet, 24 marzo 2009
Smisurata Preghiera
Alta sui naufragi dai belvedere delle torri china e distante sugli elementi del disastro dalle cose che accadono al disopra delle parole celebrative del nulla lungo un facile vento di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico di armi in uso e in disuso a guidare la colonna di dolore e di fumo che lascia le infinite battaglie al calar della sera la maggioranza sta la maggioranza sta recitando un rosario di ambizioni meschine di millenarie paure di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla l'orribile varietà delle proprie superbie la maggioranza sta come una malattia come una sfortuna come un'anestesia come un'abitudine per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli con improbabili nomi di cantanti di tango in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco non dimenticare il loro volto che dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti come una svista come un'anomalia come una distrazione come un dovere
Cristo, pensoso palpito, astro incarnato nell'umane tenebre, fratello che t'immoli perennemente per riedificare umanamente l'uomo, Santo Santo che soffri, maestro e fratello e Dio che ci sai deboli, Santo, Santo che soffri per liberare dalla morte i morti e sorreggere noi infelici vivi; d'un pianto solo mio non piango più. Ecco, Ti chiamo, Santo, Santo, Santo che soffri.
da Mio fiume anche tu, Tevere fatale Giuseppe Ungaretti
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