Chi ha detto che gli adolescenti sono allergici ai buoni consigli? Uno studio condotto in Olanda dimostra invece che i ragazzi, se presi per il verso giusto, ascoltano, eccome.

Di fronte alla crescente epidemia di obesi che non risparmia proprio nessuno, gli studiosi hanno pensato di verificare se un programma di educazione condotto nelle scuole riuscisse in qualche modo a scalfire la “sordità” della maggior parte degli adolescenti. Fargli cambiare idea su alimentazione e attività fisica, questo l’obiettivo dello studio. E a giudicare dai risultati ottenuti l’intuizione si è rivelata vincente. Sotto la lente sono finiti circa mille studenti, di età media 12 anni, che hanno assistito ad una serie di lezioni di biologia, educazione fisica, senza essere dispensati nemmeno da una bella “strigliata” sul cibo servito a mensa. Una panoramica di quello che sarebbe giusto fare, in pratica, per evitare di ritrovarsi con un fardello di chili in più sul groppone da lì a qualche anno.  “Curare l’obesità e cercare di correggere abitudini sbagliate è molto più difficile in età adulta” fanno sapere gli autori della ricerca pubblicata sugli Archives of Pediatrics and Adolescent medicine. Ecco perché è consigliabile intervenire prima, anche alla lue del fatto che chi è in sovrappeso durante l’adolescenza molto probabilmente lo sarà anche da grande. Tutto quello che il Doit (Dutch obesity intervention in teenagers)- questo l’acronimo dello studio- ha fatto è aumentare la consapevolezza dei ragazzi in materia di biologia e attività fisica, oltre a far comprendere loro l’importanza di un giusto equilibrio tra ciò che si introduce in termini di calorie e ciò che si brucia. Dopo otto mesi, i ricercatori sono tornati a “misurare” gli studenti, per vedere se ci fossero stati cambiamenti per quanto riguarda circonferenza vita, Bmi (indice di massa corporea), peso e movimento. Certo, non è che tutto sia stato eseguito alla lettera, ma i risultati lasciano ben sperare, visto che molti hanno migliorato la propria condizione di partenza.

Leggi qui l'abstract della ricerca in inglese