L’immagine della vecchia Inghilterra attaccata a generosi boccali di birra rischia di scomparire. Il nuovo trend a cui i pub inglesi sembrano essersi volentieri allineati impone un maggiore consumo di vino.

Vecchia pinta dorata addio? Forse, ma a giudicare dalla velocità con cui il vino si sta facendo strada nel gusto “british” si può dire che la sostituzione è alle porte. Merito della promozione dell’enocultura, che finora non era riuscita a conquistare la roccaforte d’oltremanica. Prodotto di nicchia, finora, magari per gli snob dai cappelli piumati, adesso la bevanda preferita dagli europei continentali esce allo scoperto incontrando il favore anche degli eredi delle gloriose working class che ancora amano ritrovarsi nei pub dopo il lavoro. Le stime dicono che la Gran Bretagna si appresta addirittura a superare Francia e Italia nel consumo, puntando al primato. Ed è proprio sulle nuove generazioni che il grande mercato vinicolo ha fatto la grande scommessa. Sembrano loro i nuovi appassionati della bevanda chic per eccellenza, i seguaci convinti di un nuovo modo di bere. C’è da registrare anche un calo del consumo indiscriminato della “bionda”, orgoglio nazionale. Pare infatti che alle bevute senza freni sia subentrato un consumo moderato che punta alla qualità e non ai boccaloni da tracannare. Inevitabile quindi che l’interesse si sposti verso il vino, bevanda che non solo serve a deliziare il gusto, ma anche evoca un clichè d’arte e cultura assolutamente intramontabile. E le ricerche scientifiche ci dicono che è la strada giusta: il consumo moderato di vino, particolarmente durante i pasti, legato ad un salubre stile di vita complessivo, determina l’ormai celebre effetto positivo sulla salute. Mentre il “binge drinking”, la grossa bevuta rappresenta sempre e comunque qualcosa di dannoso.