Chi ha detto che la guerra contro il colesterolo si vince solo a suon di farmaci? Una ricerca americana dimostra che un cambio di rotta nello stile di vita può davvero fare la differenza.

Gli studiosi dell’università della Pennsylvania hanno arruolato 74 persone per verificare se una dieta corretta potesse avere lo stesso effetto delle statine, i noti farmaci che vengono somministrati per abbassare i livelli di colesterolo LDL, quello cattivo, per intendersi.
In questo gruppo “senza farmaco” le misure adottate consistevano in un cambiamento delle abitudini di vita e nel consumo di particolari alimenti: un riso fermentato, dal colore rosso, ed alcuni integratori a base di olio di pesce.
Come avviene in qualsiasi ricerca di questo tipo, esisteva un secondo gruppo di pazienti che, invece, riceveva statine. Un classico studio (“trial” nella terminologia inglese) definito “caso-controllo”.
Alla fine del trial i ricercatori sono andati a misurare gli effetti dei due diversi trattamenti su una serie di parametri. È emerso che i due gruppi non riportavano sostanziali differenze per quanto riguarda i livelli di colesterolo raggiunto. L’abbassamento, in pratica, ha riguardato tutti. Ma su un altro fronte, i partecipanti del gruppo senza farmaci hanno riportato i risultati migliori: diminuzione dei livelli di trigliceridi e perdita di peso.
Sono dati che vanno in una direzione sempre più esplorata: qui non si tratta di pazienti che debbano rifiutare i farmaci. Il discorso, invece, è che spesso modificare ciò che noi facciamo nella vita di tutti i giorni, l’alimentazione soprattutto, può essere una strada efficace per ottenere gli stessi risultati.
“Un risultato importante - scrivono i ricercatori nello studio pubblicato su Mayo Clinic Proceedings - soprattutto per quelle persone che non possono o non vogliono assumere statine.” Ma naturalmente ci vorranno altri studi per avere chiare indicazioni, come avvertono proprio i ricercatori: “E’ necessario organizzare un trial di più grandi dimensioni”, cioè con un più alto numero di partecipanti.

Leggi qui l'abstract della ricerca in inglese