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Cioccolato nero: mezza tavoletta alla settimana contro il rischio di infarto PDF Print E-mail

Il primo risultato del Progetto epidemiologico “Moli-sani”
scopre nuove proprietà del cioccolato nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Ma solo quello fondente, e naturalmente senza esagerare

 Forse i golosi non faranno salti di gioia. Magari speravano in dosi molto maggiori per giustificare la loro passione. Eppure la notizia rimane “buona”: 6,7 grammi di cioccolato al giorno rappresentano la quantità ideale per garantirci un effetto protettivo contro l’infiammazione e le malattie cardiovascolari che ne derivano. Un effetto nuovo, dimostrato per la prima volta in uno studio di popolazione dai Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso, in collaborazione con l’Istituto dei Tumori di Milano.

La scoperta, pubblicata sulla rivista specializzata Journal of Nutrition, organo ufficiale della Società Americana di Nutrizione,  viene da uno dei più grandi studi epidemiologici mai condotti in Europa, il Progetto Moli-sani, che ha coinvolto finora oltre 20.000 abitanti del Molise. Studiando i partecipanti allo studio, i ricercatori hanno puntato la loro attenzione sui complessi meccanismi dell’infiammazione. E’ no-to come uno stato infiammatorio cronico sia un fattore che può metterci a rischio di sviluppare una malat-tia cardiovascolare, dall’infarto cardiaco all’ictus cerebrale, per citare le principali. Il controllo dell’infiammazione è così entrato prepotentemente sulla scena della prevenzione, ed uno degli indicatori più promettenti (un “marker”) è la Proteina C reattiva, individuabile con una semplice analisi del sangue.

Il team di ricercatori molisani e milanesi ha messo a confronto i valori di questa proteina presenti nel san-gue delle persone esaminate con le quantità di cioccolato che queste mangiavano abitualmente. Su circa 11.000 soggetti, ne sono stati identificati 4.849, tutti in buona salute e senza fattori di rischio (quindi con colesterolo, pressione arteriosa ed altri parametri normali). Di questi, 1.317 non consumavano alcun tipo di cioccolato, mentre 824 ne consumavano regolarmente, ma solo quello fondente. “Siamo partiti dall’ipotesi – dice Romina di Giuseppe, 33 anni, principale autrice della ricerca – che l’elevato contenuto in antiossidanti dei semi di cacao, in particolare flavonoidi e altri polifenoli, potesse avere un effetto positivo sullo stato infiammatorio. Ed il risultato è stato molto incoraggiante: le persone che mangiano abitualmente cioccolato fondente in quantità moderata risultano avere nel sangue valori di proteina C reattiva significativamente più bassi. In altri termini il loro stato infiammatorio viene significa-tivamente ridotto”. La riduzione media osservata del 17% può apparire piccola, ma è sufficiente a ridurre il rischio predetto di essere colpiti da una malattia cardiovascolare di un terzo nelle donne e di un quarto negli uomini. Un risultato notevole”. Ma le quantità di cioccolato sono molto importanti. “Parliamo di un consumo moderato. Il migliore effet-to, infatti, lo si ottiene con una media di 6,7 grammi di cioccolato al giorno, che corrisponde ad un quadratino di cioccolato due o tre volte alla settimana. Al di là di questi quantitativi l’effetto protettivo tende a perdersi”. In termini pratici, considerando che la tipica tavoletta di cioccolato è da 100 grammi, lo studio indica che un po’ meno di mezza tavoletta di cioccolato fondente consumata nel corso della settimana, potrebbe di-ventare una buona abitudine. E il cioccolato al latte? “Studi condotti in precedenza – spiega la di Giusep-pe – hanno dimostrato che il latte interferisce nell’assorbimento dei polifenoli. Ecco perché in questo stu-dio abbiamo considerato solo il cioccolato fondente”. Chi ama il cioccolato, tuttavia, potrebbe anche apprezzare altri cibi salutari, come un po’ di vino, frutta, verdura. Oppure fare più attività fisica degli altri. L’effetto osservato potrebbe perciò essere dovuto a que-sti altri elementi, più che al cacao. “Per evitare questa possibilità – continua la ricercatrice – abbiamo “ag-giustato” per tutti quei fattori. Cioè, abbiamo valutato il peso di ciascuno di loro. Ma l’effetto positivo del cioccolato rimane e questo ci fa pensare che sia reale”. “Questa ricerca – commenta Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di Epidemiologia Genetica ed Am-bientale dell’Università Cattolica di Campobasso e responsabile del Progetto Moli-sani –è il primo risul-tato scientifico che pubblichiamo sul progetto Moli-sani. Consideriamo questo risultato l’inizio di una se-rie di dati che potranno darci una visione innovativa di come si possa fare prevenzione nella vita di tutti i giorni, sia verso le malattie cardiovascolari che i tumori”. “Forse – aggiunge Giovanni de Gaetano, Direttore dei Laboratori di Ricerca della Cattolica di Campobas-so – dovremo ora rivedere la famosa piramide della dieta mediterranea e togliere il cioccolato fondente  dall’insieme dei dolci considerati nocivi per la nostra salute”.

Leggi qui l'abstract della ricerca in inglese

 
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