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Quaresima 2016 - VENERDÌ 26 FEBBRAIO 2016 PDF Print E-mail

QUAR16  RICERCA DELL’UOMO, RICERCA DI DIO

XII EDIZIONE

VENERDÌ 26 FEBBRAIO 2016

 

 

Cercare frutto (Lc 13,1-9)

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Disse anche questa parabola: “Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai”.

 

Per Gesù la morte accidentale o causata dalla crudeltà del potere diventa metafora per riflettere sulla serietà della vita. Ovviamente Gesù quando parla della morte di chi non si converte non allude alla morte fisica, ma a quella che Francesco d’Assisi chiamava la seconda morte, questa volta sì giustificata, in quanto effetto della mancanza di vita di chi non vive in modo conforme alla volontà di Dio. Chi non vive facendo il bene è già morto dentro, anche se mette in atto tutte le strategie per conservare la propria vita fisica soprattutto se ha denaro a disposizione. Se la morte fisica ci toglie dalla scena di questo mondo, la morte spirituale ci toglie dalla scena di un mondo più importante, quello di Dio che nella prospettiva di Gesù è la realtà più vera, così come per Platone quando racconta il mito della caverna la verità risiede non nelle ombre di cui è fatta la vita materiale, ma nella realtà che c’è dietro. L’appello di Gesù alla conversione parte dalla consapevolezza che questo mondo con tutte le sue distrazioni passa irrimediabilmente e la facilità con cui si muore per qualsiasi motivo ci deve far riflettere sull’uso che facciamo della nostra breve o lunga vita. Di fronte alla cruda realtà della caducità della vita umana, si apre però la speranza della parabola: il vignaiolo non è altri che Gesù che si è chinato su un’umanità che ha smarrito il senso della sua vita, per concimarla con la sua parola forte e provocante (anche perché affascinante) perché si possa avere a suo tempo il miracolo del frutto. Il cammino di quaresima ci deve portare a riflettere sulla serietà della nostra vita e sulla necessità di non perdere tempo a sprecarla, ma di rimettere in moto quelle energie che Dio ha messo in noi quando ci ha piantati nella sua vigna.

Michele Tartaglia

 

 
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